La storia di Patmos
Bisogna risalire a tempi molto lontani per raccontare la storia di Patmos.
Nell’età del Bronzo le isole greche erano abitate da tribù che migrarono dalla odierna Asia Minore e fondarono piccole comunità molto attive nel commercio dei propri beni e prodotti. La zona dove gli archeologi hanno ritrovato l’antica città di Patmos è nella località di Kastelli. Durante il periodo Ellenistico, più volte i pirati saccheggiarono Patmos , ragione per la quale intorno a Kastelli si eressero delle mura fortificate. La città assunse così la forma della Città Acropoli.
Nel I secolo i Romani la conquistarono e la usarono come isola per gli esiliati, tra i quali vi fu, negli anni 95-97, l’Apostolo San Giovanni. Mandato in esilio per la sua predicazione della testimonianza di Gesù, cambiò per sempre il destino dell’isola di Patmos dove si dedicò alla scrittura dell’ultimo capitolo della Bibbia.
Nel 330 l’Impero Romano si divise con capitale Costantinopoli. La religione Cristiana divenne ufficiale nel 313 d.C, anche se già da prima si costruivano basiliche sopra gli antichi templi. Durante il periodo Bizantino, gli abitanti di Patmos costruirono una grande basilica in onore di San Giovanni, proprio dove oggi sorge il Monastero. I continui attacchi dei pirati distrussero questa Basilica, durate l’arco degli anni.
Gli abitanti, non potendosi proteggere, migrarono nelle isole più grandi fino a quando, nel 1088, l’Imperatore Bizantino Alexios Komnenos diede la completa autorità di Patmos a San Cristodulo. Quest’ultimo, nel 1101, iniziò la costruzione del Monastero. San Cristodulo era un monaco dell’Asia Minore che riuscì a sfuggire alle persecuzioni dei Turchi, rifugiandosi nell’isola di Kos. ll suo desiderio era quello di fondare un monastero a Patmos, laddove San Giovanni scrisse l’Apocalisse.
L’isola diventò la sede spirituale della Chiesa Greco-Ortodossa, protetta anche dalla Chiesa Cattolica e dalle forze Occidentali. I mercanti di Patmos ebbero libero commercio in tutto il Mediterraneo, portando grande benessere e ricchezza anche durante le Crociate. L’isola divenne esilio per i rifugiati Bizantini e la popolazione superò di molto quella odierna.
L’occupazione Ottomana
Patmos, come il resto del Dodecaneso, la conquistarono i Turchi nel 1522, ma continuò ad avere molti privilegi. Tra questi, il libero commercio, dato storico testimoniato dai documenti imperiali, custoditi nella Libreria del Monastero. Durante l’occupazione Ottomana la popolazione turca non vi abitò, ma Patmos continuò ad essere un luogo d’esilio politico.
Nel 1713 fu ceduta ai Veneziani divenendo l’unica isola del Dodecaneso fuori dall’occupazione Ottomana. Durante questo periodo ebbe inizio la scuola Patmiada, riconosciuta in tutto il mondo per gli studi sulla filosofia e la teologia. Con il trattato di Costantinopoli del 1832, durante le guerre per la liberazione greca, passò nuovamente sotto l’egemonia Ottomana per poi essere ceduta all’Italia nel 1912.
La storia moderna
Si aprì così un nuovo capitolo di speranza per gli abitanti che svanì con il fascismo e l’idea di Mussollini di italianizzare il Dodecaneso. Venne chiusa la scuola Patmiada e ostacolato fortemente il funzionamento del Monastero. Durante la Seconda Guerra Mondiale, i Tedeschi occuparono Patmos. Alla fine della guerra, divenne un protettorato militare britannico, come il resto delle isole del Dodecaneso. Venne ufficialmente unificata alla Grecia il 7 Marzo 1948.