Storia della Leros Italiana
Il periodo Italiano a Leros, lo si percepisce già sbarcando sul lungomare di Lakki. La prima cosa che si vede sono una lunga fila di edifici italiani e quasi non si ha l’impressione di essere in Grecia; sembra più che altro di ritrovarsi sul set di un film anni ’30. Lakki è il principale porto dell’isola di Leros nonché uno degli attracchi naturali, di perfetta forma tonda, più grandi e ben protetti del Mediteranneo. Non a caso gli Italiani lo scelsero come base navale e vi costruirono una vera e propria città, chiamata Portolago. Edificarono la città secondo i canoni del Razionalismo Italiano dell’epoca fascista che la rendono simile solo a Sabaudia.
La sua costruzione, iniziata negli anni Trenta, aveva l’obiettivo di edificare una città grandiosa, passando dalla Lakki Greca di 4.000 abitanti alla Portolago Italiana di 30.000. Nel progetto, in buona parte portato a termine, si inclusero le zone direzionali, commerciali, residenziali, ma anche le infrastrutture religiose, scolastiche, sportive e soprattutto militari.
La prima cosa che oggi si nota è il lungomare e gli ampi viali alberati di eucalipti lungo i quali sfilavano le parate militari. Il periodo Italiano del fascismo a Leros, a suo modo, è stato un periodo di occupazione che al contrario delle altre comportò, per gli abitanti, sviluppo e progresso. Tra le innovazioni: l’acqua potabile nelle case, l’elettricità e l’illuminazione nelle strade e le condizioni di vita generale migliorarono molto. Presso il Convento delle suore italiane si insegnava ai bambini la lingua italiana. Non è raro infatti, oggi, incontrare qualche anziano che parli italiano. Queste persone manifestano ancora affetto e riconoscenza nel ricordo di tali suore che gli diedero protezione all’arrivo dei Tedeschi.
La Seconda Guerra Mondiale
Il maestoso progetto, tuttavia, non venne mai realizzato interamente, perché l’economia locale non fu in grado di sostenere una città di queste dimensioni. Ma la ragione primaria fu soprattutto la Seconda Guerra Mondiale che portò alla sconfitta del fascismo nel 1943. Dopo la resa di Mussolini, vennero gli Inglesi a prendere il controllo dell’isola e dopo 60 giorni di continui bombardamenti, furono i Tedeschi a prenderne possesso. La Battaglia di Leros fu una delle ultime della Seconda Guerra Mondiale che vinsero le forze Naziste.
Lakki e l’ospedale psichiatrico
Nel 1959 il Governo Greco decise di sfruttare la città di Lakki e la trasformò in un grande ospedale psihiatrico per i cosidetti “casi problematici”. I malati mentali, ma anche persone “scomode”, venivano mandati qui da tutta la Grecia e tenuti in uno stato di semi-prigonia senza assistenza né cure adeguatae. Durante gli anni della Dittatura dei Colonnelli in Grecia, dal 1967 al 1974, a Leros venivano reclusi anche i prigionieri politici. Negli anni ’80 alcuni giornalisti inglesi resero pubbliche le disumane condizioni dei malati di Leros e ne seguì un documentario della BBC che sconvolse l’opinione pubblica. Fu solo a questo punto che il Governo Greco si rese conto che i “malati dimenticati” sull’isola di Leros non sarebbero più passati inosservati.
Portolago oggi
Sebbene il tema della conservazione della storia del Dodecanneso sia venuto alla luce da tempo in tutta la sua importanza, sono stati ben pochi gli strumenti finanziari e tecnici predisposti per il recupero degli edifici di Portolago, ormai abbandonati da decenni. Portolago, oggi, appare come una città semi abbandonata dove vi sono solo alcune zone restaurate e funzionanti. Tra queste, il Mercato Centrale di Rodolfo Petracco, dalla forma circolare e dove domina la torre con l’orologio. Ma anche il cinema-teatro di Armando Bernabiti, l’Hotel Roma, oggi chiamato Hotel Leros, l’edificio polifunzionale, al tempo sede del Municipio e della Casa del Fascio, e infine le chiese cattoliche.
A Lakki meritano una visita anche la chiesa di San Giovanni Evangelista, decorata con mosaici di epoca bizantina, e il museo della Guerra, situato presso la località di Merika. Si trova a 1 km dalla città e troverete esposte interessanti testimonianze della Seconda Guerra Mondiale. Il museo si trova all’interno di un bunker sotterraneo e nei vari tunnel sono esposti oggetti, foto e documenti della Bataglia di Leros.